11.2.05
L'assoluto femminino
Non è molti anni orsono che gli studiosi si sono imbattuti in questa specie di miracolo. Correva l'anno del Signore 1983. Nell'Hunan, una regione nel sud della Cina, viene alla luce una sorta di 'codice segreto', il Nu Shu. Le donne di etnìa Yao (l'altra etnìa prevalente in Cina è la Han), parte di una società appena più evoluta di quella tradizionale feudale cinese, avevano inventato, nei proprii angoli di emarginazione domestica, una loro lingua, scritta e orale. E dato vita a una scrittura segreta, tutta al femminile. Completamente ignorata dagli uomini, sia nelle modalità di trascrizione che in quelle di trasmissione. Il tutto favorito da una qualche maggiore autonomia delle donne nella società Yao, dove la discriminazione tra sessi non era perseguita in modo rigoroso e mitigata da pratiche matrimoniali meno intensamente patriarcali rispetto a quelle vigenti nella stirpe Han. Il 'codice' Nu Shu, trasmesso attraverso supporti effimeri (come ventagli, quaderni, stoffe da ricamo), ha lentamente preso piede ed ha avuto scrittrici e insegnanti a trasmetterlo. Purtroppo va subendo la stessa sorte dei dialetti presso quasi ogni lingua moderna: l'ultima donna in grado di parlare correttamente il Nu Shu, Yang Huanyi, è scomparsa da poco - e la tradizione di questa miracolosa 'lingua di genere' va trascolorando. Ho cercato invano in rete la traduzione di qualche canzone Nu Shu, a testimonianza della scarsa notorietà di un fenomeno, invece, di importanza epocale. Una delle poche esperte sul punto è la sinologa Marta Marsili: sue le informazioni reperibili qui. Credo che sarebbe importante - per tutti - saperne di più.
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